Presidente: Luca Alessandrini, Istituto Parri, Bologna
Relatori:
Leopoldo Nuti, Università di Roma Tre
Bruna Bagnato, Università degli Studi di Firenze
Mariele Merlati, Università degli Studi di Milano
Discussant: Duccio Basosi,Università Ca’ FoscariVenezia
Abstract
Il panel presenta alcune delle conclusioni raggiunte dai tre relatori nell’ambito di uno studio coordinato del contesto internazionale in cui nel giugno di 38 anni fa si consumò la strage di Ustica, quando la notte del 27 giugno un aereo civile, il DC9 dell’Itavia, in viaggio da Bologna a Palermo esplose in cielo per poi inabissarsi in mare. Da allora le ipotesi sull’accaduto non hanno mai cessato di rincorrersi e ancora oggi continuano le attività degli organi giudiziari, si avvicendano inchieste giornalistiche e pellicole cinematografiche, risuona indefessa la richiesta di verità da parte dei familiari delle vittime. È accanto a tutto questo che, a quasi quattro decenni da allora, si inserisce anche il contributo della ricerca storica -un contributo prezioso per ricostruire il contesto in cui quella tragedia si è consumata-, reso oggi possibile da una maggiore diponibilità documentaria tanto in Italia quanto negli archivi dei principali protagonisti della scena politica internazionale di allora. Le relazioni che compongono questo panel (che propongono, aggiornati, alcuni dei risultati presentati in occasione del Convegno “1980, l’Anno di Ustica” organizzato nel 2015 a Bologna dall’Istituto Parri e dall’Associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica) hanno l’obiettivo di ricostruire tre importanti frammenti del caotico contesto internazionale dell’estate del 1980, quando, da nord a sud, da est a ovest tutto contribuiva a restituire la sensazione di un quadro internazionale davvero incandescente. Leopoldo Nuti offre una ricostruzione dell’evoluzione del contesto internazionale nel ristretto arco temporale del 1979-1980, corredata da una ulteriore messa a punto dello stato delle relazioni tra Stati Uniti e Libia. Bruna Bagnato ricorda le grandi linee della politica mediterranea della Francia di Giscard, - insistendo in particolare sui rapporti con i paesi dell’Africa mediterranea – e, sulla base della documentazione archivistica, ricostruisce le reazioni di Parigi ai sospetti e alle insinuazioni italiane di una responsabilità francese per i fatti di Ustica negli anni 1986-1991. Anche alla luce di recenti tesi giornalistiche che tornano a suggerire la mano di Gheddafi dietro alle stragi di Ustica e di Bologna, Mariele Merlati ricostruisce, invece, sulla base di fonti archivistiche raccolte in Italia, negli Stati unititi, in Gran Bretagna e a Malta, il triangolo di relazioni tra Roma, Tripoli e La Valletta, quando, nell’estate del 1980, l’Italia si fece garante della neutralità di Malta allontanando Gheddafi dal possibile controllo di quel nevralgico crocevia mediterraneo.
Un anno difficile
Leopoldo Nuti (Università di Roma Tre)
Lo scopo di questa presentazione è di offrire una ricostruzione dell’evoluzione del contesto internazionale nel ristretto arco temporale del 1979-1980, corredata da una ulteriore messa a punto dello stato delle relazioni tra Stati Uniti e Libia. Da una pur sommaria analisi emerge chiaramente il quadro di un rapido deterioramento del sistema internazionale, che nel giro di pochi mesi vede non solo sgretolarsi rapidamente la stabilità faticosamente raggiunta attraverso il fragile percorso della distensione, ma anche la progressiva apparizione di una nuova serie di problemi destinati a diventare sempre più rilevanti negli anni successivi. Nella seconda parte la presentazione analizzerà più in dettaglio, alla luce della documentazione contenuta nel volume XVII della serie 1977-1980 delle Foreign Relations of the UnitedStates, l’andamento altrettanto incerto delle relazioni tra Stati Uniti e Repubblica Libica.
La Francia e il Mediterraneo all’ora di Ustica (giugno 1980)
Bruna Bagnato (Università di Firenze)
Nella prima parte, la relazione ricorda le grandi linee della politica mediterranea della Francia nel settennato di Giscard, insistendo sull’evoluzione dei rapporti con i paesi dell’Africa del Nord e sui caratteri della “dottrina” palestinese elaborata a Parigi. Nella seconda parte si sofferma sullo stato delle cose nel 1980, e in particolare sulla preoccupazione francese con riguardo alla minaccia rappresentata dalla Libia di Gheddafi per gli equilibri regionali e sul deterioramento delle relazioni con Israele. Nella terza parte, la relazione ricostruisce, sulla base di una documentazione prevalentemente archivistica, le reazioni di Parigi ai sospetti e alle insinuazioni italiane di una responsabilità francese per i fatti di Ustica negli anni 1986-1991.
Il Triangolo Italia Malta Libia nell’estate del 1980
Mariele Merlati (Università di Milano)
Tra le diverse tesi avanzate negli anni per interpretare la strage di Ustica una tocca il tema della politica mediterranea dell’Italia. È la tesi proposta a suo tempo dal Senatore Giuseppe Zamberletti, all’epoca dei fatti sottosegretario al ministero degli Esteri, e di recente richiamata sulle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani nazionali, secondo la quale sarebbe rintracciabile una strettissima connessione tra la strage di Ustica del 27 giugno del 1980 e quella di Bologna del 2 agosto dello stesso anno. Entrambe le stragi, secondo questa tesi, avrebbero avuto come mandante la Libia di Gheddafi intenzionata a colpire l’Italia dapprima con una “minaccia” e poco più di un mese dopo con una “vendetta” per la politica attuata da Roma nei confronti di Malta con la quale proprio il 2 agosto la Farnesina siglò un trattato che rendeva l’Italia garante della neutralità dell’isola.
Grazie all’intreccio di una ampia mole documentaria raccolta in Italia e all’estero questa relazione si propone di ricostruire il triangolo di relazioni tra Tripoli, Roma e La Valletta nell’estate del 1980 con attenzione non solo al processo negoziale che ha coinvolto l’Italia e Malta e le ripercussioni sui rapporti di entrambi i paesi con la Libia di Gheddafi, ma anche lo sguardo con cui l’intero processo è stato seguito dai principali partners dell’Alleanza Atlantica.
Curriculum dei relatori
Leopoldo Nuti
Laurea in Scienze Politiche alla Facoltà “C. Alfieri” dell’Università di Firenze, M. A. in International Affairs alla George Washington University, dottorato di ricerca in Storia delle relazioni internazionali all’Università di Roma. Borsista Fulbright nel 1984-85, NATO ResearchFellow nel 1988, Jean MonnetFellow presso l’Istituto Universitario Europeo nel 1989-90, ResearchFellow presso il CSIA, Kennedy School of Government, Università di Harvard, 1990-91, Senior ResearchFellow, The Norwegian Nobel Institute, primavera 2002, visiting professor presso l’Institut d’EtudesPolitiques di Parigi nella primavera del 2004, visitingfellow presso The Norwegian Nobel Institute nell’estate 2007, Public Policy Scholar presso il W. Wilson Center nell’autunno 2013. Ha insegnato Storia dei trattati e politica internazionale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania dal 1992 al 1996. Insegna dall’a.a. 1996-97 presso la Facoltà di Scienze Politiche nell’Università degli Studi “Roma Tre”, dove è attualmente professore ordinario per il settore scientifico-disciplinare SPS/06, Storia delle relazioni internazionali e Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Scienze Politiche. E’ co-direttore del NuclearProliferation International History Project (2010-presente), e dal giugno 2014 Presidente della Società Italiana di Storia Internazionale.
Bruna Bagnato
Insegna Storia delle relazioni internazionali all’Università degli Studi di Firenze.
Mariele Merlati
Ricercatrice presso la Facoltà di Scienze Politiche Economiche e Sociali dell'Università degli Studi di Milano, dove insegna Storia delle relazioni internazionali e Storia della politica internazionale. Presso la stessa Università è vicedirettore di Cross-Osservatorio sulla criminalità organizzata, membro del Collegio docenti del Dottorato in Studi sulla criminalità organizzata e vicecoordinatore del corso di perfezionamento post laurea in “Scenari internazionali della criminalità organizzata”. È membro del Comitato scientifico e del Comitato di redazione della “Rivista di studi e ricerche sulla criminalità organizzata” e membro del Consiglio direttivo della Società italiana di storia internazionale SISI. I suoi interessi di studio e ricerca si incentrano, in particolare, sulla politica internazionale degli Stati Uniti e dell'Italia tra gli anni '70 e '80 del Novecento. Ha attualmente in corso un progetto di ricerca sul contesto internazionale della strage di Ustica del 27 giugno del 1980 nell'ambito di un più ampio progetto promosso dall’ Istituto Parri e dall’Associazione Parenti delle Vittime della strage di Ustica.
Luca Alessandrini
Dopo studi classici, si è formato nel campo della storia moderna, soltanto in un secondo tempo ha spostato i propri interessi sulla contemporaneistica. È stato tra i fondatori, nel 1981, di una cooperativa di servizio culturale interessata ai beni culturali, agli studi storici e alla didattica della storia.
Ha operato nel campo della didattica della storia e dell’archivistica. Ha studiato in particolare il dopoguerra, i temi della violenza politica nel xx secolo, il nesso storia-memoria, anche attraverso le fonti orali. Si è interessato alle problematiche del servizio culturale in campo storico e alla comunicazione del sapere e alla divulgazione scientifica
Dal 1992 è Direttore dell’Istituto Parri di Bologna.
Duccio Basosi
Insegna Storia delle Relazioni Internazionali e US Intellectual History all'Università Ca' Foscari di Venezia. E' autore delle monografie Il governo del dollaro (Firenze, 2006) e Finanza e Petrolio (Venezia, 2012). Tra le sue pubblicazioni più recenti: "Fidel Castro tra storia, mito e demonologia" in Passato e presente, vol. XXXV, n. 101 (2017); "Ghosts of the Past, Specters of the Future, and Phantasmagorias. On Recent Interpretive Trends in English Language Cold War Historiography, in S. Francescato e R. MamoliZorzi, American Phantasmagoria (Venezia, 2017); "A small window. The opportunities for renewable energies from shock to countershock", in D. Basosi, G. Garavini e M. Trentin (eds.), Countershock: the Oil Counterrevolution of the 1980s (London, 2018).
Relatori:
Leopoldo Nuti, Università di Roma Tre
Bruna Bagnato, Università degli Studi di Firenze
Mariele Merlati, Università degli Studi di Milano
Discussant: Duccio Basosi,Università Ca’ FoscariVenezia
Abstract
Il panel presenta alcune delle conclusioni raggiunte dai tre relatori nell’ambito di uno studio coordinato del contesto internazionale in cui nel giugno di 38 anni fa si consumò la strage di Ustica, quando la notte del 27 giugno un aereo civile, il DC9 dell’Itavia, in viaggio da Bologna a Palermo esplose in cielo per poi inabissarsi in mare. Da allora le ipotesi sull’accaduto non hanno mai cessato di rincorrersi e ancora oggi continuano le attività degli organi giudiziari, si avvicendano inchieste giornalistiche e pellicole cinematografiche, risuona indefessa la richiesta di verità da parte dei familiari delle vittime. È accanto a tutto questo che, a quasi quattro decenni da allora, si inserisce anche il contributo della ricerca storica -un contributo prezioso per ricostruire il contesto in cui quella tragedia si è consumata-, reso oggi possibile da una maggiore diponibilità documentaria tanto in Italia quanto negli archivi dei principali protagonisti della scena politica internazionale di allora. Le relazioni che compongono questo panel (che propongono, aggiornati, alcuni dei risultati presentati in occasione del Convegno “1980, l’Anno di Ustica” organizzato nel 2015 a Bologna dall’Istituto Parri e dall’Associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica) hanno l’obiettivo di ricostruire tre importanti frammenti del caotico contesto internazionale dell’estate del 1980, quando, da nord a sud, da est a ovest tutto contribuiva a restituire la sensazione di un quadro internazionale davvero incandescente. Leopoldo Nuti offre una ricostruzione dell’evoluzione del contesto internazionale nel ristretto arco temporale del 1979-1980, corredata da una ulteriore messa a punto dello stato delle relazioni tra Stati Uniti e Libia. Bruna Bagnato ricorda le grandi linee della politica mediterranea della Francia di Giscard, - insistendo in particolare sui rapporti con i paesi dell’Africa mediterranea – e, sulla base della documentazione archivistica, ricostruisce le reazioni di Parigi ai sospetti e alle insinuazioni italiane di una responsabilità francese per i fatti di Ustica negli anni 1986-1991. Anche alla luce di recenti tesi giornalistiche che tornano a suggerire la mano di Gheddafi dietro alle stragi di Ustica e di Bologna, Mariele Merlati ricostruisce, invece, sulla base di fonti archivistiche raccolte in Italia, negli Stati unititi, in Gran Bretagna e a Malta, il triangolo di relazioni tra Roma, Tripoli e La Valletta, quando, nell’estate del 1980, l’Italia si fece garante della neutralità di Malta allontanando Gheddafi dal possibile controllo di quel nevralgico crocevia mediterraneo.
Un anno difficile
Leopoldo Nuti (Università di Roma Tre)
Lo scopo di questa presentazione è di offrire una ricostruzione dell’evoluzione del contesto internazionale nel ristretto arco temporale del 1979-1980, corredata da una ulteriore messa a punto dello stato delle relazioni tra Stati Uniti e Libia. Da una pur sommaria analisi emerge chiaramente il quadro di un rapido deterioramento del sistema internazionale, che nel giro di pochi mesi vede non solo sgretolarsi rapidamente la stabilità faticosamente raggiunta attraverso il fragile percorso della distensione, ma anche la progressiva apparizione di una nuova serie di problemi destinati a diventare sempre più rilevanti negli anni successivi. Nella seconda parte la presentazione analizzerà più in dettaglio, alla luce della documentazione contenuta nel volume XVII della serie 1977-1980 delle Foreign Relations of the UnitedStates, l’andamento altrettanto incerto delle relazioni tra Stati Uniti e Repubblica Libica.
La Francia e il Mediterraneo all’ora di Ustica (giugno 1980)
Bruna Bagnato (Università di Firenze)
Nella prima parte, la relazione ricorda le grandi linee della politica mediterranea della Francia nel settennato di Giscard, insistendo sull’evoluzione dei rapporti con i paesi dell’Africa del Nord e sui caratteri della “dottrina” palestinese elaborata a Parigi. Nella seconda parte si sofferma sullo stato delle cose nel 1980, e in particolare sulla preoccupazione francese con riguardo alla minaccia rappresentata dalla Libia di Gheddafi per gli equilibri regionali e sul deterioramento delle relazioni con Israele. Nella terza parte, la relazione ricostruisce, sulla base di una documentazione prevalentemente archivistica, le reazioni di Parigi ai sospetti e alle insinuazioni italiane di una responsabilità francese per i fatti di Ustica negli anni 1986-1991.
Il Triangolo Italia Malta Libia nell’estate del 1980
Mariele Merlati (Università di Milano)
Tra le diverse tesi avanzate negli anni per interpretare la strage di Ustica una tocca il tema della politica mediterranea dell’Italia. È la tesi proposta a suo tempo dal Senatore Giuseppe Zamberletti, all’epoca dei fatti sottosegretario al ministero degli Esteri, e di recente richiamata sulle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani nazionali, secondo la quale sarebbe rintracciabile una strettissima connessione tra la strage di Ustica del 27 giugno del 1980 e quella di Bologna del 2 agosto dello stesso anno. Entrambe le stragi, secondo questa tesi, avrebbero avuto come mandante la Libia di Gheddafi intenzionata a colpire l’Italia dapprima con una “minaccia” e poco più di un mese dopo con una “vendetta” per la politica attuata da Roma nei confronti di Malta con la quale proprio il 2 agosto la Farnesina siglò un trattato che rendeva l’Italia garante della neutralità dell’isola.
Grazie all’intreccio di una ampia mole documentaria raccolta in Italia e all’estero questa relazione si propone di ricostruire il triangolo di relazioni tra Tripoli, Roma e La Valletta nell’estate del 1980 con attenzione non solo al processo negoziale che ha coinvolto l’Italia e Malta e le ripercussioni sui rapporti di entrambi i paesi con la Libia di Gheddafi, ma anche lo sguardo con cui l’intero processo è stato seguito dai principali partners dell’Alleanza Atlantica.
Curriculum dei relatori
Leopoldo Nuti
Laurea in Scienze Politiche alla Facoltà “C. Alfieri” dell’Università di Firenze, M. A. in International Affairs alla George Washington University, dottorato di ricerca in Storia delle relazioni internazionali all’Università di Roma. Borsista Fulbright nel 1984-85, NATO ResearchFellow nel 1988, Jean MonnetFellow presso l’Istituto Universitario Europeo nel 1989-90, ResearchFellow presso il CSIA, Kennedy School of Government, Università di Harvard, 1990-91, Senior ResearchFellow, The Norwegian Nobel Institute, primavera 2002, visiting professor presso l’Institut d’EtudesPolitiques di Parigi nella primavera del 2004, visitingfellow presso The Norwegian Nobel Institute nell’estate 2007, Public Policy Scholar presso il W. Wilson Center nell’autunno 2013. Ha insegnato Storia dei trattati e politica internazionale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania dal 1992 al 1996. Insegna dall’a.a. 1996-97 presso la Facoltà di Scienze Politiche nell’Università degli Studi “Roma Tre”, dove è attualmente professore ordinario per il settore scientifico-disciplinare SPS/06, Storia delle relazioni internazionali e Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Scienze Politiche. E’ co-direttore del NuclearProliferation International History Project (2010-presente), e dal giugno 2014 Presidente della Società Italiana di Storia Internazionale.
Bruna Bagnato
Insegna Storia delle relazioni internazionali all’Università degli Studi di Firenze.
Mariele Merlati
Ricercatrice presso la Facoltà di Scienze Politiche Economiche e Sociali dell'Università degli Studi di Milano, dove insegna Storia delle relazioni internazionali e Storia della politica internazionale. Presso la stessa Università è vicedirettore di Cross-Osservatorio sulla criminalità organizzata, membro del Collegio docenti del Dottorato in Studi sulla criminalità organizzata e vicecoordinatore del corso di perfezionamento post laurea in “Scenari internazionali della criminalità organizzata”. È membro del Comitato scientifico e del Comitato di redazione della “Rivista di studi e ricerche sulla criminalità organizzata” e membro del Consiglio direttivo della Società italiana di storia internazionale SISI. I suoi interessi di studio e ricerca si incentrano, in particolare, sulla politica internazionale degli Stati Uniti e dell'Italia tra gli anni '70 e '80 del Novecento. Ha attualmente in corso un progetto di ricerca sul contesto internazionale della strage di Ustica del 27 giugno del 1980 nell'ambito di un più ampio progetto promosso dall’ Istituto Parri e dall’Associazione Parenti delle Vittime della strage di Ustica.
Luca Alessandrini
Dopo studi classici, si è formato nel campo della storia moderna, soltanto in un secondo tempo ha spostato i propri interessi sulla contemporaneistica. È stato tra i fondatori, nel 1981, di una cooperativa di servizio culturale interessata ai beni culturali, agli studi storici e alla didattica della storia.
Ha operato nel campo della didattica della storia e dell’archivistica. Ha studiato in particolare il dopoguerra, i temi della violenza politica nel xx secolo, il nesso storia-memoria, anche attraverso le fonti orali. Si è interessato alle problematiche del servizio culturale in campo storico e alla comunicazione del sapere e alla divulgazione scientifica
Dal 1992 è Direttore dell’Istituto Parri di Bologna.
Duccio Basosi
Insegna Storia delle Relazioni Internazionali e US Intellectual History all'Università Ca' Foscari di Venezia. E' autore delle monografie Il governo del dollaro (Firenze, 2006) e Finanza e Petrolio (Venezia, 2012). Tra le sue pubblicazioni più recenti: "Fidel Castro tra storia, mito e demonologia" in Passato e presente, vol. XXXV, n. 101 (2017); "Ghosts of the Past, Specters of the Future, and Phantasmagorias. On Recent Interpretive Trends in English Language Cold War Historiography, in S. Francescato e R. MamoliZorzi, American Phantasmagoria (Venezia, 2017); "A small window. The opportunities for renewable energies from shock to countershock", in D. Basosi, G. Garavini e M. Trentin (eds.), Countershock: the Oil Counterrevolution of the 1980s (London, 2018).